L’allestimento del Presepe in Vaticano è stato arricchito dalla predisposizione di contenuti speciali per approfondire la conoscenza della storia di questa opera e di tutti i suoi personaggi. Attraverso un sistema di QRCode e del sito collegato (www.presepediscurelle.it), sarà possibile entrare in un percorso narrativo dedicato alla Natività e ai personaggi rappresentati in questo suggestivo scorcio montano.
La famiglia come cuore della comunità, il valore della solidarietà e del vivere in modo semplice, con la gioia dello stare insieme, raccontati da più di venti personaggi, tutti realizzati a mano con il legno del Lagorai. Quest’anno in Vaticano il presepe che racconta le tradizioni della Valsugana in Trentino, esempio concreto e toccante di volontariato e del legame con il territorio.
L’idea di realizzare un Presepe nasce a Scurelle oltre 20 anni fa. La passione e l’impegno di Ivo Tomaselli, oggi alla guida del “Comitato Amici del Presepio e recupero tradizioni locali Scurelle”, hanno stimolato l’avvio di una iniziativa che negli anni ha coinvolto tutto il paese. Il desiderio del gruppo di volontari è stato fin da subito quello di realizzare un Presepe con statue a grandezza naturale e dalla intensa espressività, in grado di rappresentare i valori cristiani che guidano la vita semplice e solidale di chi abita la montagna. Un contesto in cui i lunghi inverni e la scarsità delle risorse sono stati superati, un tempo, solo grazie all’aiuto reciproco e dove oggi, proprio da questa tradizione, si è sviluppato un vivo associazionismo. .
Di costruire un Presepe per la piazza di Scurelle se ne parlò per la prima volta nel 1999, durante la tradizionale castagnata del Paese. E così, in poco tempo, le vecchie scandole (tegole in legno tipiche della zona) di un’antica chiesetta e alcune assi vennero recuperate e utilizzate per realizzare la casetta della Natività. Fu montata, in quel primo anno, grazie all’aiuto di tanti abitanti entusiasti, che lavorarono anche al freddo e sotto la neve per allestire il Presepe. Ma il sorriso dei bimbi e la soddisfazione per il lavoro svolto insieme ripagarono di tutta la fatica fatta. Il Presepe crebbe anno dopo anno, dando vita, intorno a Maria, Giuseppe e il Bambin Gesù, ad una vivace comunità montana, ritratto della Valsugana di inizio ‘900.
Sono oltre settanta i volontari che hanno contribuito alla realizzazione del Presepe oggi allestito in Vaticano, appartenenti a diverse associazioni, tra cui i Vigili del Fuoco, gli Alpini e il Gruppo Missionario. Ma hanno contribuito anche le istituzioni, la scuola e le imprese private della zona, in nome di un virtuoso spirito di legame con il territorio e la comunità in cui operano.
Le statue sono tutte realizzate a mano in legno e a grandezza naturale. I visi sono opera del noto artigiano Felix Deflorian, con il prezioso aiuto dei figli Tiziano e Maria Rosa. Le figure sacre delle Natività toccano il cuore di chi le guarda grazie ad una grande espressività. Accanto a loro si trova l’Angelo, con una pergamena a foglie d’oro finemente decorata dedicata all’amore di Dio in tutte le stagioni. Appena fuori dalla capanna sono in arrivo i Re Magi, vestiti con tessuti d’Oriente e guidati dalla cometa.
Una mamma ammira con il suo figliolo la nascita di Gesù in una scena ricca di fede, semplicità e dolcezza. Al fianco della stalla c’è poi la casèra, l’abitazione tipica della zona, attorno alla quale si anima la vita del paese, con i pastori accompagnati dalle loro pecore e caprette, le donne e le giovani impegnate nel cucinare la polenta, nel filare la lana, prendere l’acqua con i secchi dalla vicina fontana e mescolare la panna con la pigna (utensile tipico per fare il burro), mentre una bimba stringe forte al petto la sua bambola di pezza. Poco più lontano, il boschiero sta portando la legna verso casa tirando la sua slitta. Lo accompagna il figlio che gli illumina il cammino con una lampada. I malgari curano gli animali in un panorama naturale che incanta, come esprimono gli occhi della bimba seduta su un tronco d’albero divelto (zocca). Il cromaro, intanto, prosegue il suo viaggio. Figura tipica del Lagorai, porta nella casséla (valigetta) pietre focaie, stampe religiose, sementi e materiali per la casa per venderle in tutta Europa.
Gli oggetti e i vestiti di questi personaggi raccontano la storia di Scurelle e sono quasi tutti originali, donati dalle famiglie del paese per valorizzare la storia dei propri avi.
I due edifici presenti, realizzati ex novo quest’anno, riproducono fedelmente le costruzioni di montagna del Lagorai e sono costruiti utilizzando legno di larice e pietra del luogo. La stalla ospita il momento sacro della Natività, con le statue di Maria, Giuseppe e Gesù. Con la sua semplicità, simboleggia la centralità dei valori della famiglia. Incorniciano la scena alcuni elementi tipici della tradizione trentina, tra cui le pannocchie appese a seccare e un pezzo di trave originale utilizzato per legare le vacche durante l’alpeggio.(magon)
Accanto alla stalla si trova la casèra, abitazione tipica montana in cui si svolgono i gesti quotidiani di un tempo, con il focolare, gli utensili della cucina e la legna impilata con cura. Il grano e la polenta, l’acqua della fontana, il latte con cui si faceva il formaggio e la lana delle pecore, tutti elementi presenti nel Presepe, sono tipici di queste valli montane e accompagnano le azioni dei diversi personaggi rappresentati.